La poesia dell'animo danza al giorno e alla notte, ulula come un lupo, come un cane che tenta di riunificare il branco, e ricerca affannosamente nell'estrarre dal proprio mondo, una prova certa della propria esistenza.Leandro.Loy.
domenica 16 gennaio 2011
http://www.youtube.com/watch?v=Gy-bBvJk1lY I poeti maledetti.
I poeti maledetti. Dovrei concentrare il mio sguardo nel riflesso del mio specchio ,per carpire ciò che il mio esistere, mi nasconde da sempre. Vorrei poter decifrare i moti interni dell’animo, quando s’inonda dell’essenza propria, per ascoltarne l’armonia che vibra e che si diffonde nel corpo, a colorarne persino il mio volto. Potrei desiderare che i miei occhi si avvolgano dentro una tenue malinconia …per trasmettere all’altrui un’emozione, una salienza , una pura e legittima mia necessità. Dovrei comprenderti maggiormente “anima mia” che segui questo mio corpo stanco e viatico d’esperienze in questo mondo d’uomini …smarriti, impazziti. Dovrei riflettere e, detestare quella parte sciocca di me, che si ostina nella comprensione e la ragionevolezza dell’altrui futili motivi. Dovrei…vorrei poter essere migliore, nel bene o nel male tenere ferreo il pensiero mio che invece vola, incessantemente batte le proprie ali esprimendo la poesia maledetta dell’animo. Plano e ascendo velocemente, persino dove il buon senso mi dovrebbe fermare. Nella vita non c’è condanna peggiore che, essere interpreti d’emozioni. Siamo esiliati in noi stessi, in ogni istante e, pronti a soppesare un’indefinita realtà…che, non determiniamo mai come la nostra. Noi, i poeti maledetti dagli uomini e da Dio, gli accattoni che mendicano degli altrui sentimenti, un poco d’avanzi di cibo, di un lauto pasto appena terminato.
I poeti maledetti.
RispondiEliminaDovrei concentrare il mio sguardo nel riflesso del mio specchio ,per carpire ciò che il mio esistere, mi nasconde da sempre.
Vorrei poter decifrare i moti interni dell’animo, quando s’inonda dell’essenza propria, per ascoltarne l’armonia che vibra e che si diffonde nel corpo, a colorarne persino il mio volto.
Potrei desiderare che i miei occhi si avvolgano dentro una tenue malinconia …per trasmettere all’altrui un’emozione, una salienza , una pura e legittima mia necessità.
Dovrei comprenderti maggiormente “anima mia” che segui questo mio corpo stanco e viatico d’esperienze
in questo mondo d’uomini …smarriti, impazziti.
Dovrei riflettere e, detestare quella parte sciocca di me, che si ostina nella comprensione e la ragionevolezza dell’altrui futili motivi.
Dovrei…vorrei poter essere migliore, nel bene o nel male tenere ferreo il pensiero mio che invece vola, incessantemente batte le proprie ali esprimendo la poesia maledetta dell’animo. Plano e ascendo velocemente, persino dove il buon senso mi dovrebbe fermare.
Nella vita non c’è condanna peggiore che, essere interpreti d’emozioni. Siamo esiliati in noi stessi, in ogni istante e, pronti a soppesare un’indefinita realtà…che, non determiniamo mai come la nostra.
Noi, i poeti maledetti dagli uomini e da Dio, gli accattoni che mendicano degli altrui sentimenti, un poco d’avanzi di cibo, di un lauto pasto appena terminato.