Incomprensione mia,
che evochi smarrimento, paura.
Mi osservo interiormente,
e percepisco il vuoto.
L'aprioristico limite
alla mia conoscenza.
Vertigini e impotenza
per calcoli approssimativi.
Sii clemente esistenza,
innanzi allo sparuto sguardo
umano.
Siamo perduti noi
fin dal nostro primo avvento.
Sono io che tento l'interpretazione
di motivazioni logiche.
L'improbabilità della ragione.
Siamo noi distese umbratili,
di fragile necessità.
Prigioniero dentro l'imponderabile,
fin dalla lunga notte di tenebra.
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